Nel mio lavoro sul trauma una delle prime cose che inserisco nel dialogo con le persone che incontro è una spiegazione sui “tre cervelli”. Spesso vedo le persone “illuminarsi” perchè finalmente hanno la possibilità di dare senso a quello che sentono o che fanno fatica a gestire. Perchè questa teoria è così importante?
Secondo McLean, che ha sviluppato questo modello, il cervello umano sarebbe un sistema a tre strati, che da una parte lavorano come un’unica unità coordinata, ma allo stesso tempo ogni area ha un suo modo di recepire ed elaborare le informazioni provenienti dal mondo intorno a noi.
ll primo strato, il più profondo e il più antico, rappresenterebbe la nostra eredità rettiliana. Questa parte controlla le funzioni vitali: dal respiro al battito cardiaco, dalla temperatura corporea a quel che solitamente chiamiamo istinto, inclusi comportamenti legati alla territorialità. Sono le operazioni di base di un cervello, attive senza bisogno del pensiero o della volontarietà. Esso è anche responsabile delle risposte istintive a stress e traumi: attacco, fuga, congelamento (freezing), simulazione di morte, grido di aiuto.
Il secondo strato è il cervello limbico, dove ha sede l’area in cui vengono elaborate le emozioni. Questo strato si è costituto nel corso dell’evoluzione per aumentare le probabilità di sopravvivenza dei mammiferi, che, a differenza dei rettili, vivono in branco: non a caso i mammiferi sono animali che si prendono cura della prole, si proteggono nel branco con la vicinanza, e creano gruppi e società gerarchizzate per una migliore gestione delle necessità utili per sopravvivere.
L’ultima tappa evolutiva sarebbe rappresentata dal terzo strato, la neocorteccia: grazie a questo strato possiamo dare significato alla nostra esistenza e condividere i significati di quello che ci accade con gli altri. La neocorteccia si sviluppa fino ai vent’anni circa. Essa si divide negli emisferi (le due “metà” in cui è diviso il nostro cervello) destro e sinistro. Quello destro è considerato quello più creativo, intuitivo ed artistico. L’emisfero sinistro è più razionale, logico e sede delle abilità linguistiche.
Queste tre sezioni del cervello presentano molte differenze strutturali e chimiche, ma nonostante ciò esse devono collaborare tra di loro e funzionare tutte e tre insieme, comportandosi proprio come un cervello unico: cervello “uno e trino”. Quando questo non accade e abbiamo la prevalenza di uno strato sull’altro la persona può sentirsi non in equilibrio oppure sentirsi “bloccata” oppure costantemente “attivato” come se si vivesse in costante pericolo, anche quando questo non è presente.
Prendere confidenza con questi sistemi ci permette di dare senso ai sintomi provati e che apparentemente non hanno significato: per esempio posso sentire un enorme disagio in un luogo affollato oppure mentre vado in macchina senza che vi sia un apparente motivo.
Rileggere i segnali corporei è una via molto potente per recuperare la sicurezza: senza sicurezza non c’è relazione e possibilità di costruire un pensiero perchè il nostro corpo è impegnato ella sopravvivenza e non può “dedicare” energie a funzioni considerate secondarie come la memoria o il ragionamento.
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