É molto diffusa l’idea che il trauma sia un problema esclusivamente “mentale”. Oggi sappiamo bene che non è così: il trauma è anche e soprattutto, un’esperienza nel corpo.
Cosa cambia questa declinazione?
Innanzitutto legittima i sintomi che le persone riportano: non solo pensieri o emozioni, ma soprattutto sensazioni corporee spiacevoli, difficili da gestire che portano a rimanere “paralizzati nel terrore”.
Le situazioni potenzialmente traumatiche sono quelle che inducono stati di elevata attivazione fisiologica senza riuscire a superarli: sentiamo che non possiamo attaccare, né scappare, né scrollarci di dosso quelle sensazioni come farebbe un animale dopo aver incontrato un predatore.
Questa paura, unita all’immobilità, è alla base delle conseguenze che permangono nel tempo in seguito all’essere esposti al trauma.
In secondo luogo aiuta a dare senso a una condizione che si verifica spesso dopo il trauma: le persone “sanno” che ora sono al sicuro, tuttavia questo non è sufficiente per sentirsi meglio.
Perchè accade questo?
Il trauma può accadere molto velocemente, producendo un’onda soverchiante di reazioni da non permettere al nostro corpo di poterle processare.
Oppure potrebbe accadere in un’età in cui non è possibile rispondere in maniera efficace perchè non abbiamo le strutture nel nostro cervello che maturano più avanti e che ci consentono di “comprendere” l’esperienza e non possiamo contare sul supporto di chi si prende cura di noi.
Terapie per il trauma
Queste conoscenze hanno cambiato molto il modo di affrontare le esperienze traumatiche in terapia: le terapie dialettiche sono a volte insufficienti, da sole, per elaborare l’esperienza traumatica.
Inoltre sappiamo che parlare direttamente del trauma può portare a una ritraumatizzazione. Cosa significa? A volte parlare direttamente dell’esperienza traumatica può portare la persona potrebbe sentirsi soverchiata dalle emozioni che ne derivano.
Riconoscere l’importanza del corpo e delle reazioni fisiologiche consente di costruire una mappa che consenta alla persona di recuperare prima di tutto, il proprio senso di sicurezza e questo è possibile sperimentarlo partendo dalle costruzione di risorse.
Oggi le terapie specifiche sul trauma riconoscono l’importanza della fase di “preparazione”: questo vuol dire verificare che la persona, prima di addentrarsi all’interno delle memorie traumatiche, abbia gli strumenti necessari per non sentirsi di nuovo soverchiata.
Questo significa imparare a sviluppare risorse che facciano sentire la persona “pronta” ad affrontare tali memorie, in uno spazio terapeutico , che le accompagni nella ri-conquista del proprio senso di sicurezza.
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